Linee materne e fattrici testate maremmane - aggiornamento 2019
Frutto di un’opera di recupero partita alla fine degli anni ’50 dello scorso secolo, il cavallo Maremmano, negli ultimi venti anni ha saputo fortemente consolidare la propria identità.
Per raggiungere questo importante obiettivo, l’ANAM - prima in Italia - si è dotata dei più moderni strumenti di selezione, incidendo allo stesso tempo sul piano strettamente culturale in modo da rafforzare il già fortissimo e atavico legame con il territorio di cui il cavallo Maremmano, soprattutto grazie alle femmine, è espressione e testimone.
Dopo la ricostruzione di un primo nucleo di fattrici che ha portato nel 1980 alla nascita del Libro Genealogico, si è infatti passati alla valorizzazione del notevole patrimonio femminile individuando le Capostipiti e sviluppando le linee materne di tutti i cavalli Maremmani iscritti.
Nel contempo, come già avvenuto per gli stalloni, è stato introdotto anche per le femmine il cosiddetto Performance Test fattrici con la finalità di caratterizzare ulteriormente, dal punto di vista morfologico, attitudinale e sanitario, il parco delle riprodruttrici.
Il Primo Performance Test fattrici risale al 1996 (puledre nate nel 1993 - lettera C) e a distanza di oltre venti anni è possibile tracciare un primo bilancio puramente statistico dell’impatto che questo strumento ha avuto e sta avendo nel cavallo maremmano.
Nel cavallo, soprattutto nel cavallo moderno, nulla è definitivo ma tutto in costante e rapida evoluzione. Da qui l’importanza, del ‘dato’ dal quale nessun Libro Genealogico oggi può prescindere.
Per questo le tabelle, i numeri e le percentuali che seguono riferite alle fattrici, alle fattrici d’Elite ed anche agli stalloni vogliono fornire ulteriori spunti per meglio comprendere l’importanza, anche e soprattutto in chiave culturale, della selezione e dell’evoluzione del cavallo Maremmano.
STATISTICHE FEMMINE/FATTRICI TESTATE
FEMMINE TESTATE
Primo PT femmine 1996 (nate 1993 lettera C)
PT femmine effettuati 23 (2019 nate 2016 lettera F)
Femmine testate 863
Appartenenti a 126 linee femminili
Femmine Elite 392 pari al 45,42% delle testate
Appartenenti a 81 linee femminili
Delle 392 femmine qualificate Elite, 260 sono quelle figlie di fattrici testate o anagraficamente potenzialmente tali (femmine nate cioè dal 1998 in poi)* e nascono a loro volta da 210 fattrici così qualificate:
- 54 femmine Elite per un totale di 73 figlie Elite pari al 18,62%
- 38 femmine Testate per un totale di 47 figlie Elite pari al 13,01%
118 femmine Non Testate per un totale di 140 figlie Elite pari al 34,69%
* Tra le 36 fattrici del 1993 (lettera C testate nel 1996) solo una ha avuto una puledra nata nel 1997 (lettera G) testata nel 2001. Né la madre né la figlia sono state qualificate Elite.
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Testo e tabelle che seguono sono tratti dalla pubblicazione "Le Linee femminili del cavallo maremmano", 2009. Ricerca, pubblicazione ed elaborazione dati a cura dell'ANAM; idea, progetto e testi di Luca Paparelli; consulenza scientifica del Centro di Studio del Cavallo Sportivo, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Perugia.
Linee femminili delle fattrici d'élite
Stamm in Germania, Famille Maternelle in Francia, Merrielijn o Fokfamilie in Olanda e ora Linee Femminili del Maremmano in Italia. Con l'individuazione delle fattrici capostipiti, e lo sviluppo delle rispettive linee di sangue materne, ancora una volta il Libro Genealogico del Cavallo Maremmano è all'avanguardia nel nostro Paese nell'applicazione dei più moderni strumenti di selezione del cavallo da sella. Come avviene oramai da decenni in tutt' Europa, anche gli allevatori del cavallo maremmano potranno pertanto ora avvalersi di informazioni estremamente utili nella scelta dei riproduttori e, in particolare, delle femmine da mettere in razza. Attraverso un puntuale lavoro di archivio tutti i cavalli maremmani iscritti al Libro Genealogico sono stati infatti ricondotti, seguendo la loro ascendenza femminile, alle fattrici capostipiti che sono risultate essere 440. Per scelta dell'ANAM, il nome di queste fattrici capostipiti e il rispettivo numero di matricola ne identifica la progenie e quindi la Linea Femminile.
Ma perché queste linee sono importanti?
Innanzitutto va detto che per linea femminile si intende l'identificazione di quella fattrice, senza ascendenza nota o proveniente da altri Libri Genealogici, che risulta capostipite di un gruppo di soggetti composto dai suoi figli maschi e femmine e dai discendenti di queste ultime. In altre parole, una linea femminile viene interrotta ogni qual volta nasce un maschio (che ne porta comunque il nome oltre alle potenzialità zootecniche e culturali) ma prosegue solo attraverso le progressive discendenze femminili.
L'identificazione delle linee femminili è quindi di basilare importanza nella moderna pratica di allevamento. Infatti anche se la femmina con i suoi figli incide numericamente di meno rispetto al maschio sulla popolazione iscritta al Libro Genealogico, sui singoli propri prodotti risulta al contrario avere un impatto di gran lunga superiore. Diversamente dallo stallone, la fattrice apporta infatti oltre alla metà del suo Dna nucleare tutto il suo Dna mitocondriale. Non ultimo la fattrice incide anche attraverso le sue peculiarità materne (capacità uterina, allattamento, istinto materno, imprinting ecc...) che vanno dal concepimento allo svezzamento del puledro.
Si può quindi dire che la forza e la superiorità del singolo allevatore è data dalla supremazia genetica delle proprie fattrici che, per questa ragione, in Europa vengono scelte in funzione delle varie ascendenze o discendenze femminili. Per questo, l'individuazione delle linee femminili fatta su base genealogica, viene convalidata scientificamente dallo studio dei mitocondri effettuato dai ricercatori del Centro di Studio del Cavallo Sportivo dell'Università di Perugia. Il ricorso al DNA mitocondriale, prerogativa questa che ad oggi in Italia è del cavallo maremmano, non ha però solo una valenza di certificazione. Lo studio del DNA mitocondriale ha infatti mostrato una notevole variabilità genetica che potrebbe portare alla differenziazione delle varie linee (per esempio Maremmano tradizionale) fino ad arrivare addirittura alla individuazione dei soggetti a spiccata attitudine sportiva.
Il cavallo Maremmano, perlomeno così come lo conosciamo oggi, è frutto di un’opera di recupero partita alla fine degli anni ’50 dello scorso secolo. E’ infatti in questo periodo che gli appassionati allevatori maremmani iniziarono a rintracciare nelle campagne romane, viterbesi e della bassa toscana, i Maremmani “superstiti”, ossia quei soggetti discendenti dei gloriosi cavalli toscani che, come il famoso Fauno, primeggiavano nelle esposizioni equine negli anni ’20 e ’30. Grazie a questa opera venne così ricostituito un primo nucleo di fattrici che per genealogia più o meno nota, memoria storica, e morfologia, potevano essere ricondotte al cavallo tipico della zona. Queste fattrici vennero man mano accoppiate con i pochi stalloni Maremmani o derivati di cui disponeva l’allora Istituto di Incremento Ippico di Pisa, dando vita a cavalli che in breve si ridiffusero su tutto il territorio della maremma. Sullo slancio di questa produzione verso la fine degli anni ‘60, a Viterbo e a Grosseto nacquero delle associazioni provinciali di allevatori che, successivamente, nel 1972 si riunirono prendendo decisamente in mano le sorti del cavallo Maremmano. Una nuova ricognizione sul territorio venne pertanto effettuata per verificare il numero dei soggetti esistenti finché, con grande entusiasmo, nel 1979 venne fondata l'Associazione di Razza e nel 1980 creato il Libro Genealogico.
Questa breve e sommaria scansione temporale della storia del cavallo maremmano ci è utile per capire lo sviluppo che questo cavallo ha avuto negli ultimi anni, così come del resto ci viene indicata dalle linee femminili che sono state ricostruite. Le 440 capostipiti, e quindi le linee materne identificate (di cui fanno parte una decina di femmine delle quali è accertata la provenienza da altri stud book), per la quasi totalità risalgono infatti ai periodi storici salienti per la razza. E così, accanto a fattrici nate nel 1920 e 1930, ad una cinquantina di femmine nate negli anni ’50, e ad altre più giovani inserite negli anni ’80, oltre tre quarti (332 su 440) sono nate dal 1960 al 1975 periodo questo che, come abbiamo visto, è stato decisivo per l’impianto del Libro Genealogico. Approfondendo il discorso, va però detto che seppur storicamente e culturalmente consolidato, inevitabilmente il dato relativo alla data di nascita delle capostipiti non rispecchia più la reale appartenenza dei soggetti iscritti allo stud book. Per questo nella tabella predisposta è stato indicato, oltre alla consistenza di ciascuna linea nell’ambito del Libro Genealogico, anche il numero dei soggetti nati nel quinquennio 2005-2009. E’ evidente che è questo il dato che “fotografa”, dal punto di vista dell’appartenenza femminile, la situazione del libro stesso. Ci si accorge quindi che la produzione “reale” è concentrata su un numero molto più limitato di linee: 127.
Questo non significa che la progenie femminile delle restanti 313 capostipiti sia estinta. Non è infatti da escludere che nei prossimi anni qualche femmina appartenente a queste entri o rientri in produzione, riavviando lo sviluppo della linea di sangue materna. Anzi, la cosa è senz’altro certa visto che, come si evince dalla colonna relativa al numero delle fattrici di Elite appartenenti a ciascuna linea, alcune di queste linee ferme nel quinquennio di cui sopra contano delle giovani femmine testate e quindi destinate all’allevamento.
Ma oltre alle femmine d’Elite, un'altra informazione utile a “determinare” la bontà di una linea è quella relativa al numero degli stalloni che vi appartengono. In attesa di avere a disposizione un dato relativo alle performance sportive nelle varie discipline e specialità equestri (salto ostacoli e monta da lavoro su tutte) quello relativo agli stalloni approvati e alle fattrici testate rappresenta quindi un indicatore di qualità. La consistenza numerica di questi riproduttori evidenzia pertanto le migliori linee, comunque già ben conosciute dagli allevatori. Non è quindi un caso che la linee con il maggior numero di stalloni siano contemporaneamente anche quelle con il numero più alto di fattrici d’Elite e quelle maggiormente rappresentate nell’ambito del Libro Genealogico.